Gira sgabello e sassosi i tasti
come toccare un feltro consunto
sapesse di muffa, per dire
Nero o Bianco.
Forse l’amico è Nero senza sapere
di luce o castelli od ombrinali
nelle finestre rosate.
Togliere grate e disperazione fluire
in queste note uncinate, piantate
in mezzo al sereno, proprio sul greppio.
Infine è solo follia quella che, strana,
la pavida essenza amicale – ma di quale
temperatura – raffredda ad aria
l’inconscio…
(1987)