Stanza e parete: importuna disgrega la sintassi
separa i pensieri e dice “Fuori” “Dentro”.
I bei mattoni, sbirciare goloso di fessure
che cosa dietro c’è il tramezzo.
Dobbe biancopellate vedere al di là è
fremere sotto pallore di secchi gelati
gettati sul fuoco: neanche un paragone
per l’emozione Boccadoro, piccolo tralice in occhio.
Allargare le pietre e il dominio pieno di torsi arroccati,
spiare il silenzio-nebbia e catrame a farfalle
delpiano come stampe Settecento.
Porgi l’altro orecchio: la gola è secca la bocca di pasta
e saliva densa salvia non riesce a parole lavare gli stracci,
sfilacci canovacci dei pensieri oltremuro di allora.
(1987)