Uno sull’altro viaggiamo i corvi pensieri
al suon di monete sformate, madido
e lavoro e sporco nel grigio
sabbioso aperto all’azzurro.
E sola l’immagine distende la mente
racchiusa nel fiore a corolla celata
oppure evidente, verbena, se infranta,
a gonfiare le vene del collo.
Occorre dunque vibrare a quel liscio
di giovane vello e tuffarsi nell’acqua
immotivi i timori di guardi cocenti.
Sì da pescare negli occhi, e acerbe le frutta
chiare, di limone le gocce,
e parare la testa un istante sul sen della vita.
(1988)