Non c’è più gioco che possa rendere
A una stella un barlume di nume
O alla luna un soffio di musica
Così come cantata dai poeti.
Non c’è più calore che distogliere
abbia gli occhi dalla vivace scena
Di un corpo che guizza algido
Tra cubi di ghiaccio nel turgido.
Eppure nel gioco e nel freddo
C’è un ‘se’, un ‘magari’ che ancora
Tiene, che ancora disturba,
e che noi vorremmo, beati amori,
cogliere dalla corolla, per solere
vivere, almeno un po’.
23/10/99