Sentirai odore di stelle,
mente contadina
che misuri il tempo in lune.
Lambirai steli ambrati
bellezza troppo
adatta a tempi feroci.
Odorerai fragranza e corallo
per dire che ci sei,
sfinge stracciona
di Antinoe.
È tra sabbie desertiche
che il serpente prepara
il composto, è tra
archi e popoli
che il resistere
dura a vivere.
Vita, veleno di sguardo,
assaggiati appena;
sono un invitato stanco
sazio
ormai adattato.
Sostiamo perciò
sotto le torri sale
che scandiscono con note
di violino
il tempo.
Chi è la duna,
chi è l’insetto
chi è il sasso
che rotola
senza saperlo
nella scarpata?
Rammentiamo solo d’un Settembre
sotto Pleiadi nascenti e morenti
e Saturno che ammicca dal Toro:
lì un rossore più piano,
prima del lunare, trillo di morto,
ha ucciso la parola
ha terminato ogni verba.
(1987)