Spartire il cuore novello
di cera industria e cocente
senza volere niente che
già tu non sappia, cerebello.
Ma viene la notte, finalmente,
dissente e sparte in crini
i fini sottili e illegri che stan
sotto le stelle, fili di matrice.
Ché non basta certo alluviare
nelle lagrime disosse, né pentire
per la vincita oscena.
Non c’è che un alluce a dirlo,
e un indice a squadra diniegante
che non pratica sport né canto.
19/04/05