Il pulsare sincrono e vario degli occhi e del cervello
non rendono appieno il deserto intorno al cuore
che soggiace alle leggi fatali del sognare.
Quando la corda stringe e il senso geme,
il polo tortura è la vita che scarnisce
i chiodi d’acciaio dentro palpebre e gote.
Ma perché, ti chiedi impotente,
perché non puoi godere del tutto e subito
che vicinanza ti dà, d’affetti, di luna…
Tu puoi sapere e vedere ma
sentire come potevi l’essere sollevati da
terra e sbattuti, mentre antiche foto
torturano il tuo vivere come qui e adesso?
(1987)