Odorasti, Nearco aduso, il vello
che imbruna donna di raro bello
e ascosa radice.
Non c’è luna che possa, ragazzo,
parerti più strania e damnata
da porta a terrazzo, ma
ancora potresti disgiungerti e partire,
ancora potresti scolorire, e affannare
di respiro corto e inesperto se sì
acerbo non fosse il tuo volto.
Morirai di lnaguore, sì morirai,
quando rughe segnarono lacrime
e un viso sguarnito, fioco, ti gira
salutando il per sempre.
20/01/2005