E partita sei, il guanto di rosa
ha strofinato la pelle, il suo calore
sentivano i pori brivido.
Nel tempo cresciute spesse foglie
e spine punte graffio sul cuoio
reso duro dal pensiero scorsoio.
Non so la via, e gli archi
fessure penetrate, il guardo
spesso e capire il tremore.
Solcato da punte
la superificie carnata
è indifesa: e tu dolce
hai rimosso cortine e veli
piedi in punta degli occhi e
non rompi cristalli d’Eustachio.
Stabilisti frusciante
e odoroso esempio
vincendo la sfera.
Decretato l’inizio
distogliendo il sopore
fine delle astratte
scoperta implosiva
proiettata nel fuori
della vita.
Graziare non posso
per te che non sei
momento a sfiorare
ché il boccio di antico
partito da un ghiaccio
rimasto ancora.
(1987)