Per il saettare di sguardo sapere
sulle carni bruciate che il corpo
è bello ancor fresco
di stille rugiade e rassegna la
pace assoluta, faville di vento
accartate, stregate sul fondo
del monte incantato.
Perché Elios è il disco
venereo corona del Sole
e l’ippogrifo rotante
i suoi giri disnoda
e comete, svolazzi che
ridono fiocchi ammantati
al volto sbarazzo del chiuso.
Le efelidi cromacee da sole
gonfiano pietà e sorriso
e scossore di capo. Rassegna
di missioni illùmini,
e l’aquilone sentiero
che riempie le quetate materie
varca i confini della caccia
per avere la fantasima cerva bianca.
(1988)