Il raggio notturno abbatte l’allodola,
incrinate sono le perle di cristallo
e fosse solo il sonno.
Perché lucidare il tormento, graffiare
gli specchi, soffiare le immagini?
Forse che le ombre più perverse
sono nei versi dei gufi
sull’olmo lunare?
O quotidiane eccitanti sfioriture
così come carezze furtive
ardiranno di maggiori peccati?
La povertà sta nel penare ossessivo
la vita, privata,
avanti ogni giorno,
dello spessore più bruno,
regressa a rivelli,
seccata al sole artefice
della sua prole di luce.
(1987)